... maggio 2009
.. mi aggiro fra i laboratori della parata detta "par tücc" ed ho l'impressione di aver scoperto una realtà che sostiene l'umanità con molta discrezione. Uomini che ricordano quanto la gioia sulla terra sia infinitamente possibile. Reduce e ormai cinico sulla natura umana scopro improvvisamente che esiste ancora qualcuno che crede negli ideali di una vita vissuta ad "ingresso libero senza consumazione"!
Rimango stupito da nuove generazioni di questa strana specie che discretamente insegnano a vedere il mondo da punti di vista differenti. Chi si offre di mostrarti l'orizzonte dall'alto dei suoi trampoli, chi ti mostra come far parlare una maschera attraverso i gesti, chi sposa il battito del tuo cuore con quello della terra attraverso il ritmo delle percussioni africane ...
Mi avvicino incuriosito al laboratorio di percussioni samba. Trovo una decina di persone arrivate forse da pianeti diversi, che concentrate cercano di comunicare fra loro attraverso il suono degli strumenti a percussione a ritmo di samba. Di tanto intanto uno di loro si racconta, entra nel mezzo del cerchio da loro formato suonando mentre gli altri lo accompagnano per non farlo sentire mai solo.
L'umano che più mi colpisce fra loro è certamente un "vecchio saggio", forse assopito da decenni. Del gruppo sembra essere quello più consapevole del miracolo che sta avvenendo, non smette mai di sorridere e di cercare lo sguardo altrui per condividere la sua gioia.
Qualcun'altro invece, ancora non racconta del suo mondo nel cerchio perché per alcuni di loro il tempo scorre in modo diverso da altri, e tutti i presenti lo sanno molto bene.
Proseguendo nel mio viaggio sorprendo con la mia macchina fotografica le danzatrici di percussioni africane che a piedi nudi per meglio sentire il calore della terra, sciolgono la propria femminilità dai legacci delle fatiche quotidiane.
Sono loro che ispirano il ritmo dei tamburi, sono decise, complici fra loro nella volontà di liberare il proprio corpo dagli schemi moderni. Sono bellissime!
Mi allontano dopo essere stato catturato da una maschera che invece di nascondere conduce a scoprire l'anima di chi la indossa. Viene chiamata maschera larvale. Comprendo immediatamente che il compito di documentare con le foto il laboratorio è per me una grandissima opportunità. Impossibile non cercare di fermare ogni immagine di questo percorso che poeticamente ti trascina nell'anima di ogni partecipante. Ciò che si svela non è una recita ma l'autenticità di chi indossa la maschera, la verità di ognuno. Un cammino meraviglioso ti accompagna a costruire un volto che non conosci, per poi scoprire alla fine che è il tuo!
Mentre inizio a pormi domande su dove mi porteranno questi incontri mi avvicino con diffidenza ad un gruppo di umani dalle gambe lunghe e magre. Sono i trampolieri.
Hanno scoperto il modo di staccarsi da terra senza bisogno delle ali. Quando la nebbia e lo smog coprono le città, loro riescono a godere della luce del sole, hanno grandi doti nel vedere lontano più degli altri.
Guerrieri che sfidano la paura e combattono la mediocrità delle bassezze umane attraverso la ricerca dell'equilibrio. A volte cadono ... e si rialzano più forti di prima.
Il mio viaggio di alieno fotografo che sembrava ormai terminato si rivela solo all'inizio, infiniti attimi di stupore mi attendono ed io adesso sono pronto a coglierli!
Betti & Guido - Oltremusica